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Febbraio 2016 
In questo blog, voglio sottoporti il bel capitolo che il Roberto Marelli ha scritto nel suo libro “Porta Ticinese, oh cara”, nel quale racconta i passaggi salienti della vita del suo amico Luigi Carcano. Ma troverai dell’altro … 

 

 

 

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… alla fine della movimentata storia del Luisin Tassista, totalmente vissuta in prima persona e raccontata all’amico Roberto, anche con preziosi stralci in perfetto milanese, che il Marelli ha sapientemente “catturato”, troverai  un file audio, che il Marco Carcano, figlio del Luisin, ci ha gentilmente offerto, contenente la registrazione integrale del capitolo “Cinch ann... mametta d'ora”, tratto dal libro del padre: “Coriàndol de paròll milanes in poesia”, letto, o meglio… recitato da  Mario Vittorio Bernardi.

Augurandoti una buona lettura ed un buon ascolto, te saludi. elbor


 

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Tratto da “Porta Ticinese, oh cara
di Roberto Marelli

Il capitolo: Luisin Tassista

 

... Desidero ricordare Luigi Carcano, detto Luisin Tassista, attraverso i racconti estrapolati da un'intervista che mi rilasciò a Novaradio, e utilizzando in libertà brani delle sue poesie, nella speranza che l'omaggio ad un uomo non comune, susciti in chi legge la stessa emozione che ha destato in me nel comporre queste pagine. Luigi Carcano è Cavaliere al merito della Repubblica, onorificenza avuta sotto la presidenza Cossiga; Cittadino onorario di Monte Lungo, due Croci di guerra, Diploma d'onore di combattente per la libertà, Ambrogino d'Oro del Comune di Milano e infine la Commendation (elogio) della Quinta Armata americana.

Mi sont el Luisin 
neod del pòr Bigin 
che l'era on formaggee 
la in Borgh di Formaggiatt… 
Mi sont on menestrell, 
la piòla a l'è el me mond. 
Quand canti i mè canzon, 
gh’è nient che me sconfond.

 

Luisin era nato nel 1920 in via Scaldasole, una traversa di Corso di Porta Ticinese...


Là in Sant Eustorg, 
gh’è 'na contrada veggia, 
on strenciroeu de via 
che stracca la se speggia 
dedent di cà tucc ròtt, rest de ratter, 
de cort e de ringher, 
che in bissa a malapèna 
la riva in sul canton de la via Arèna.

 

In quel quartiere era cresciuto, lì c'era la sua gente...

Oh Porta Ticines, coeur de Milan! 
Te seet el specc del pòpol buseccon 
de gent, come se dis, col coeur in man. 
Tanabus de ratter, gròss carozzon 
che se moeuv dent 
d'on mond s'cett ambrosian...


Innamorato del suo quartiere, per tutta la vita ha difeso l'autenticità della sua gente e la sua parlata; durante la trasmissione Luisin si è sempre espresso in dialetto milanese, per renderlo comprensibile a tutti ho tradotto le sue parole utilizzando un tipo di scrittura che definirei "lombardese".

Roberto: Dicono di te; “Sarebbe errato definire il Carcano un milanese di antico stampo, cioè on andeghee, (antiquato)  perché egli non appartiene alla generazione che è vissuta nel periodo d'oro del dialetto, quando era linguaggio corrente non solo nel popolo ma anche nella borghesia e nella nobiltà la quale, anzi, ne faceva argomento di distinzione”. Sei d’accordo? 

Luisin: Beh, non tanto! Milano è grande, ma il mio mondo, il mio angolo è Porta Ticinese, dove ho sempre parlato il mio dialetto. 

R.: "La milanesità del Carcano si spiega nel fatto che egli è nato e vissuto nel quartiere di Porta Ticinese - Porta Cica, notoriamente il più popolare di Milano, tenacemente attaccato al suo modo di esprimersi e alle sue tradizioni...”. 

L.: Questo lo trovo giusto, perché io sono così, se devo parlare parlo con il mio linguaggio e così scrivo, anche se c'è stato qualcuno che mi ha fatto osservazione, per esempio, quando dicevo; el por Carletto, el por Giovann... Cè stato un professore che mi ha detto: "Non si dice por perché in milanese el por è la verdura, si dice pover!". E infatti sul vocabolario non c'era scritto por, c'era scritto pover. ..ma allora perché a Porta Cica diciamo por?! Chiedilo al Pinza,( Luciano Sada, detto el Pinza. il mitico proprietario della trattoria Briosca situata all'inizio del Naviglio Pavese, centro della milanesità e della canzone meneghina negli anni l960/70) si dice pover o por; lui dice por! E allora mi sono detto: Luisin, fa come te voeuret! Basta che ci facciamo capire, no? E se poi una parola, ha la doppia o non la doppia io non so come fare, perché il Carlo Porta adoperava sempre la lettera doppia, poi sono arrivati altri che hanno detto che la doppia non ci voleva e l'hanno tolta, poi ci sono quelli che ancora la mettono, e insomma: Tira, mola e meseda, Luisin scrivi come ti senti! 

R.: Leggo dalla prefazione di un tuo libro: “Luisin Carcano è un meneghino puro che parla, scrive poesie e canzoni in un vernacolo che corrisponde ancora a quella lengua che Carlo Porta, nel 1800, andava a imparare tra la gente del Verziere”. È vero? 

L.: Certo! Il milanese l'ha inventato il popolo, è la parlata del popolo, il dialetto è più parlato che scritto. Perché a quei tempi là, tra il popolo, non tutti erano capaci di scrivere! Dopo sono arrivati quelli che avevano studiato il greco e il latino e hanno cominciato a dire; “Quella tal parola qui arriva dal greco, quella tal parola là arriva dal latino", ma al popolo queste cose non interessano; lui parla e basta! Hanno cominciato a storpiare le parole, invece la pronuncia è quella del popolo! Con imparare... anche se poi accomodano le cose come vogliono loro! A casa ho quattro vocabolari, ma non ce n'è uno che vada d’accordo con l'altro! Uno dice una cosa, l'altro ne dice un'altra e allora indovina cosa faccio io, faccio come il Carlo Porta che non andava a casa della Contessa Maffei per imparare il milanese, andava dal popolo e il popolo non sa né il latino né il greco.

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Luigi Carcano con il suo Taxi, dietro di lui il monumento a Carlo Porta.
"E quest. l'ê el monument del Carlo Porta, poetta busecon de prima sòrta!"

Oppositore del passato regime, a 17 anni venne arrestato per motivi politici, finché nel 1940 anche el Luisin, come tanti altri giovani, partì per fare il servizio militare: 


Strett in man la valisetta 
son partì per fa el soldàa. 
Coi stelett in “grigio verde" 
vagabond lontan de cà, 
per 'na guerra nò sentida. 
S'enri un giovin de vint'ann, 
per istinto preferivi  
fagh la cort ai bei tosann.

 

Grecia, Albania, alla fine di febbraio del 1941, ferito, venne portato all'ospedale di campo a Draskovicë (Drasciovizza) in Albania. 

Luisin prosegue con i suoi ricordi. "...Dopo l'otto settembre 1943, noi militari ci siamo trovati sbandati; ci sono stati quelli che sono scappati a casa e ci sono stati quelli che non sono scappati. Io sono rimasto in "bassitalia" con altri 5000 e lì ce l'hanno raccontata bella! Ci siamo trovati "volontari" nel nuovo esercito italiano formato nel sud Italia per affiancare gli alleati che ci hanno subito messo alla prova mandandoci a Monte Lungo dove avvenne il primo combattimento contro i tedeschi sostenuto dai nostri reparti schierati a fianco degli alleati. A Monte Lungo c’erano, bersaglieri, aviatori, marinai, tutta gente sbandata che si era messa assieme. C'erano anche gli allievi di una scuola ufficiali che poi avevano fatto carriera e qualcuno era diventato anche generale, invece el Luisin è rimasto soldato semplice!". 

 

O Monte Lungo, Golgota del fant... 
...Ai mè compagn, sciaffoeur de fanteria, 
la Patria infinn, a gratis la gh’ha daa: 
la tomba con la cros, in mezz a on praa. 
El discors. La medaja... e così sia.

 

Da Monte Lungo lo mandarono a Cassino, dove restò fino al febbraio 1944. Poi risalì la penisola con la V Armata. Arrivato, finalmente, il momento del ritorno a casa, Luisin ce lo racconta in maniera magistrale con la prosa Cinch ann... mametta d'ora. Eccone un sunto. 

... Cont el Po dedree di spall, in sù on “camion” american, e và che tè và, senza incòrges son chi sul milanes. Che Dio te pelucca! ...Cinch ann, cinch ann longh 'me la famm in gir per el mond compagn d'on vagabond per fa la guerra. E adess, che l'è fenida, per tornà indree de doe son partì, a l'è question de or.... La mia cà? I me gent? Ghe sarann anmò? Travaroo pù nient? Lè nanca de pensa, ma mi son minga bon... Segond che paren or, e mi smanios son lì a trepilà sui gugg... I cà de San Giulian, el campanin de San Donaa… Sta volta ghe semm! Quell là l'è 'l Dòmm! L'è propi lù! L’è minga on sògn! ...Me vègn incontra el dazzii; Rogored, Piazzal Corvett, Pòrta Romana, la circonvallazion... Pòrta Ticinese ghe l'hoo denanz de mi... cent meter. Sant Eustorg, su la piazzetta svolti giò per el canton; te la li! Tè la li la mia cà! ...Traversi la cort, guardi in alt su la ringhiera... la mia mametta l'è li che la zabetta! - Cinch ann dedree di spall, hinn andaa tucc. Signor, anmò mi te ringrazi! - "Mamma, mamma! Son chi tutt inter e san come on corall!" La me guarda in fond di  oeucc, la voeur mangiamm! Sgrisor de cald e fregg me coren dent in di òss e su la pell. Li strett in  d’ so brasc, me senti mòll 'me on strasc! El mond el po' crodà che a mi me importa nient. - "Mamma piang pù, che incueu l'è on di de festa!" - Giò in cort e sui ringher se spand la vos ch'el fioeu de la sciora Angelina l'è minga mort, ma l'è rivaa vestii da american. Ona sfilza de parent, amis e conoscent voeuren vedemm, toccamm... Chi va, chi ven, e s'cioppa on gasaghee tant de parè la festa in borgh. - Tramonta el sô sul di che per cinch ann de fila coi oeucc avert sognavi. Quacc quacc in del mè lett, con tant de materass e lenzoeu, pensavi dent de mi, che per riviv on di compagn d'incoeu, quasi, quasi, insci per dì; var la pena de rifà ancamò cinch ann de guerra". ...

 

Nel 1945, quando tornò a casa, fece società con il fratello della donna della sua vita, Luciana, che sposò nel mese di giugno del 1946. Acquistarono un camion GMC, residuato militare, per fare trasporto macerie in una Milano tutta da ricostruire. 
Verso la fine degli anni sessanta, a causa della crisi dell’edilizia, chiusero la società, e lui iniziò a fare il tassista. 


Mi me ciami Luìsin, 
milanes son vun de razza, 
stoo de cà al Gentilin, 
de mestee sciafƒoeur de piazza. 
Come tal, de nòtt e di 
giri giri col tassi.  
Giri giri mezz Milan 
per portà a destinazion 
i client de la giornata... 


Mette la sua vena poetica al servizio della sua professione e racconta in modo umoristico ciò che gli succede girando per Milano col taxi, come ricorda "Tullio Barbato, direttore di Radio Meneghina; "Fare il tassista ha significato per lui essere in contatto con molta gente e quindi venire a conoscenza di varie storie, alcune molto simpatiche. In quegli anni a radio Meneghina si è avvicinato, al gruppo guidato da Claudio Beretta, Pier Gildo Bianchi e Giovanni Luzzi. Quando  raccontò all'avvocato Luzzi le sue avventure di tassista, questi pensò di metterle in dialetto meneghino e di pubblicarle. La prima edizione uscì nell'aprile del 1981 e subito c'è stato un dissenso tra i due circa la paternità del libro Parla el Tassista

 

Nella seconda edizione dal titolo; Parla el Luisin Tassista, l'avvocato Luzzi, nella presentazione puntualizzò: "Il libro non è soltanto mio, è anche del Carcano che mi ha narrato fatti realmente accaduti, egli ha parlato ed io ho scritto". 

Ricorda ancora Tullio Barbato: "Luisin era un personaggio di enorme dimensione anche se, comprensibilmente, non aveva approfondito gli studi per via della guerra. Il Luigino ha raccontato in un libro la vicenda del primo Motorizzato e la battaglia di Monte Lungo, realizzando forse, il primo poema epico in dialetto milanese dal titolo; Dedree di quint del second conflitt mondial, vincitore del premio Orobico 1978". 

Scrive Franca Brambilla (presidente del sodalizio "i Brambilla", poetessa) a proposito del Luisin: "Quando uno, dopo una giornata de sciaffoeur de piazza, in una Milano che farebbe perdere la pazienza anche ad un santo, trova ancora la forza di far cantare la sua vena poetica, questa, cara la mia gente, è proprio Arte genuina!".

 

Finii, che ñoo finii de lavorà, 
metti giò in garag el tassi, e voo a cà. 
E finalment, tranquill con su i sibrett 
E in manigh de camisa sol solett, 
i me penser, donzèna su donzèna, 
me scarlighen su la panta de la pèna. 
Compagn de quand se fa la rusumada**
al tutt, ghe se da 'na sgigottada!...  
…E chi la bosinada, 
calda calda a l'è sfornada!

**  Rossumada: bevanda tipica della Lombardia settentrionale a base di uova, zucchero e vino rosso.


Inizia il sodalizio con il Maestro Vittorio Pinotti, pianista, compositore, concertista e come concertista contribuì a far conoscere il liscio ambrosiano "i quattro tempi". Con lui scriverà molte canzoni portate al successo da cantanti meneghini e due operette completamente in milanese: I fortunn del Tecoppa e Quand l'amor el gh'è..., messe in scena dalla Compagnia I Milanes. I fortunn del Tecappa terrà il cartellone per molti anni a teatri esauriti e ancora oggi continua ad essere rappresentata. Una delle arie più note di questa operetta è La canzon de la liggera;


Nun semm i bolgiraa de la liggera, 
e lavora per nun l'è ona fadiga. 
A San Vitior al fresch, saraa in galera, 
putòst  de sfadigà femm 'na dormida. 
E cont el cunt avert de la giustizia, 
semm sempre lì dedent de l’osteria 
a somenà bon temp e in amicizia 
a bev del vin sincer a fa legria…


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Luisin Carcano e il cantautore Claudio Merli al Vicolo Lavandai, in Alzaia Naviglio Grande

Mancato il Maestro Pinotti, Luisin conosce un giovane musicista e cantante, Claudio Merli, che canterà e inciderà molte delle sue canzoni e assieme ne comporranno delle altre. Ecco come Claudio Merli ricorda el Luisin: “Ho cominciato a collaborare con lui nel 1995, Ci siamo incontrati al Circolo Ambrosiano Meneghino e Cecca e lì è nato tutto... Lui ha sbagliato a darmi il testo, io ho sbagliato a fare la musica... e siamo arrivati in finale al festival della Canzone Meneghina del 1995! Oltre al gemellaggio artistico, el Luisin è stato il mio maestro, mi ha insegnato a leggere e scrivere in milanese”.

Con le canzoni, la poesia dialettale dove è, a buon diritto, stimato tra i validi poeti milanesi, così descrive la sua Milano che vede pian piano trasformarsi in una città multietnica.

El Motta e l'Alemagna, 
a hinn pù di tradizion! 
El Biffi in Galleria 
ormai a l'è on rigòrd, 
vernis e propaganda 
bordeghen tucc i mur. 
Milan te granda  
ma'l bell te l'hee distrutt. 
La nostra Mamma Granda. 
che là de l'alt sul Dòmm 
ghe scappa pròpi nient, 
me dis per consolam: 
"Su dai, fa 'l brav, sta quiett! 
Fa minga el malmostos, 
che dòpo tutt in fin: 
son semper tutta toa!" 
…Ma poeu, a mezza vos
me par che l’abbia dii:
“E on poa... di forestee!"

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La prima "Torre di Babele" dipinta da elioborgonovo, estimatore del Luisin Tassista.
Uno con la poesia e la prosa, l'altro con pennelli e colori, entrambi dimostrano
la comune sensibilità ai cambiamenti della nostra Città.

 

Inevitabilmente il tempo passa, Luisin e Luciana, sembrano avviarsi verso una vecchiaia serena, quando un giorno... arriva l'ingiunzione di sfratto, rimettendo in discussione la tranquillità faticosamente guadagnata; il loro appartamento di via Magliocco, a Porta Ticinese, dove da anni abitano in affitto, è stato venduto e devono lasciarlo al nuovo proprietario.

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Luisin e sua moglie Luciana. Una vecchiaia serena ma… arriva lo sfratto!

 

…Ma che ghe vègna ‘na caghetta 
prepotenta, ma prepotenta e fòrta assee! 
Ai politegh e nò politegh
che hann vorsuu sta legg del menga!... 
…Morall! 
Adess che sont chì vecc… 
Me son vanzaa pù nanca el tecc!

                                … e s’ciavo!

 

 Luigi Carcano ci ha lasciato il 17 aprile del 1999, vive ora nel ricordo di coloro, e sono tanti, che l’hanno conosciuto e apprezzato per le sue qualità di celebratore dei valori più genuini e veri del popolo ambrosiano.

…A me piace pensarlo alla guida del suo taxi lungo le autostrade del cielo in compagnia della sua Luciana e di Santa Francesca Saverio Cabrini , la patrona degli Emigranti, lontana parente da parte del padre, alla quale avrà senz’altro chiesto di intercedere presso la Mamma Granda perché la guarda giò e la ghe daga on oggiada al nòster bell Milan! (la Madonnina affinché guardi giù e dia un’occhiata alla nostra bella Milano!) 

Ciao Luisin!

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4 Maggio 1988 Luigi Carcano e Roberto Marelli alla personale del pittore Luigi Ricevuti

 

 Tratto da “Porta Ticinese, oh cara” di Roberto Marelli - era il capitolo: Luisin Tassista

 


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 Roberto Marelli, eclettica autorità in materia meneghina, ha ricevuto l’Attestato di Benemerenza civica, l’Ambrogino d’oro e il premio Isimbardi, tra gli altri. Pregiato e preciso scrittore anche dialettale, ha collaborato con Giorgio Strehler, Peppino De Filippo e Giuseppe Patroni Griffi, è stato attore protagonista nella Compagnia milanese del teatro Gerolamo, ed ha lavorato in RAI ed in Mediaset al programma “Casa Vianello”. Nel 2015 ha ricevuto, in occasione del 50°anniversario del premio Carlo Porta, organizzato dal Circolo Filologico Milanese, lo speciale premio Alma Brioschi. 


 

Ora... mettiti comodo, clicca sulla barra audio qui sotto, e goditi la bella lettura integrale de Cinch ann... mametta d'ora”, fatta dal bravo Mario Vittorio Bernardi.

 Legge Mario Vittorio Bernardi