michetta-mini
Novembre 2015 
Lo so, me l’ha detto anche il Renato, che non ci vuole l’accento sulla “e” di… michetta. Ma, solo nel titolo e in queste quattro righe, voglio mettercela. Lo faccio, per evitare di sentire qualche lettore, pronunciare … 

 

 

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… il “nostro pane” con quella terribile “e”…  chiusa. Noi, quella “e” la pronunciamo apeerta, molto apeeerta.  A noi, quella vocale compressa, appena accennata di tanto è pronuncia chiusa, quel suono ci fa venite… la pell de cappon
Altre parole, come secchio, vecchio, persino… orecchio, riusciamo a sopportarle, ma… la “michétta” no! Lei va detta con la “e” apeeerta.   E dato che tutte queste “e” creerebbero (guarda qua… due “e” consecutive) ho pensato di mettere l’accento sulla mia michétta.

 

Il computer a volte nuoce gravemente alla salute

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Ok.. ti lascio alla poesia del Renato, che da intelligente e bravo quale è, ha risolto intitolandola “El sanguis”. 

Se vedom... elbor

 

 

El sanguis
di Renato Colombo 

 

Al dì d'incoeu ghe n'emm de tutti i razz

Mc donald's, kebab, ristorant cines

Milan l'è tutt pien de cadenazz

se fa fadiga a mangià milanes

ona vòlta i stranier eren i toscan

dess te riconossi pù car Milan.

 

Te se ricordet quand serom fiolett?

La città d'ona vòlta, i temp indree

quand per pan gh'avevom domà michett

e i a comperaom domà dal prestinee

perchè gh'eren minga i supermercaa

menter incoeu ne semm tucc infesciaa.

 

Quand gh'aveom famm toeom 'na michetta

l'era quest el pan de quand serom fioeu

con denter salsiccion ò la filzetta

ròba che se ne troeuva pù incoeu

dess chì a Milan se semm imbarstardii

tròpp stranier, tròpp cines hann dervii.

 

Mì voeuri ritrovà la mia michetta

chì bei michett lievitaa, secch, ben còtt

on quaivun le ciama anca rosetta

dess el pan l'è surgelaa, semi còtt

la fraganza d'ona vòlta a gh'emm pù

anca Milan l'ha perduu i sò virtù.

 

I virtù ch'hinn ligaa a la tradizion

hann cambiaa tutt, hann cambiaa anca i nòmm

la città l'ha perduu l'ambizion

tra on poo perdaremm anca el Dòmm

“panino?” per numm l'esisteva nò

“sanguis” mì voeuri ciamall ancamò.

Cerchemm de ritroà l'identità

per Milan meravigliosa città.

 

Dopo la “smarronata” sulle “e” ti meriti… ona bella michétta cont el salamm

 michetta-salame

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Un abbraccio elbor


“il sasso nella scarpa”

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Come spesso mi accade quando scrivo su un argomento, non lo conosco perfettamente, quindi cerco di approfondirlo, in genere, nel modo più facile e veloce: in internet.  Cosa dice Wikipedia della michetta, lo scopri cliccando qui.    
Quando invece più che un approfondimento è una verifica di una mia convinzione, e la riprova è alla mia portata… alzato il cxxo dalla sedia e vado di persona a “constatare”. Questo “sfizio” l’ho chiamato: “il sasso nella scarpa”.

Questa volta il sasso, riguarda la michetta. Dopo la solita ricerca con Google, ho scoperto che vicino casa c’era un prestinè che ha dato al suo esercizio, addirittura il nome: Panificio – l’antica michetta . E la ragione sociale era completata dall’informazione… di Caputo M. & Avitabile E. 
Cosa pensi che abbia fatto? Nulla, mi sono vestito, inforcato la spicciola,  e sono corso, visto che era quasi l’una, a comprare il pane per mezzogiorno, in via Pezzotti.

Lunga parentesi. Quando, da bambino, verso i 7/8 anni, venivo spedito a comprare il pane, sembrava che dalla mia mission sarebbero dipese le sorti dell’Umanità. Un minuto prima della chiusura, mia madre cacciava un urlo… IL PANE!!! 
Significava che dovevo precipitarmi dal prestinaio (allora nel quartiere c’erano ancora i negozi in cortile) per andare a ritirare il pane che aveva fatto mettere da parte, prima che chiudesse, e prima che papà arrivasse dal lavoro. Già perché allora si mangiava ancora tutti assieme, anche a mezzogiorno. Poi … non c’erano pani confezionati (tipo la Pagnottella di grano duro, la Pagnottella integrale o gli  Sfilatini preparati espressamente da panettieri spagnoli e galline di chissà quale nazionalità) e raramente, avanzava dal giorno precedente. 
Mi piaceva, per tre motivi; il primo perché la missione, la  riuscivo sempre a concludere e terminava con un meraviglioso bacio della mamma e un: - grazie amore, se non c’eri tu… Il secondo perché il tragitto lo facevo a cavallo. Si, a cavallo. Attraversavo il cortile, correndo un poco di traverso, di sbieco, come se fossi seduto in sella di un cavallo, simulando il galoppo seduto di John Wayne o Kirk Douglas, e per rendermelo ancor più vero, con il braccio sospeso tenevo strette in pugno le redini e con l’altro, battevo palmate ritmate sul mio culo, perché quello del cavallo sentisse che doveva mettercela tutta. 
Ed il terzo motivo per il quale amavo andare a prendere il pane , era che a missione conclusa, tornando tranquillamente a casa, reggevo il sacchettocon una mano, appoggiandolo sulla pancia, (ero cicciottello come oggi) e sentendo il calore che emanava, prendevo una michetta per mangiarla ancora calda, croccante e profumata, prima di arrivare a casa. 

smile25 smile25 smile25  Che piccio… ma che bello era.

Ok… ora che ho sessant’anni, sono passato dal cavallo alla bicicletta, e non mi do più le sberle sul culo. Chiusa parentesi.

Arrivato dal Caputo, ho avuto subito una piacevole sorpresa: il negozio pieno. Quindi ho preso il numero ed atteso il mio turno. (una volta si litigava, e le signore, siccome eri un bambino, pensavano di poterti passare avanti. Impossibile con me! Io ero “in missione per conto di… mia madre”. Cit. da The Blues Brothers film) Quando la signora ha chiamato il mio, ho chiesto, come molti altri clienti che mi hanno preceduto, le michette: tre. Il pane era ancora caldo. 
Arrivato a casa, l’ho fotografato, messo in tavola per la valutazione. 

Nota tecnica e valutazione

La dimensione mi è sembrata maggiore di quella che ricordo essere (lo stuzzicadenti misura 6,5 cm. La diagonale ne richiede uno e ¾ pari a 8,5 cm circa ). 
Il colore e l’aspetto della cottura erano quello chiaro del pane comune,  (questa se non sbaglio era la dicitura di vendita della michetta). 
Il peso era quello adeguato (leggero) e, dalla foto si nota che l’interno è proporzionalmente vuoto, con la mollica di quella testura correttamente “spugnosa”. 
La friabilità era perfetta, allo spezzare la crosta ha sonoramente scrocchiato, lasciando cadere la giusta quantità di briciole.

 Provare per credere...

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Il sapore… era effettivamente quello della nostra michetta. 
Il costo… 440 al kg - tre pezzi  x 100g = 0,75 €.
Buono anche da secco, come pan grattato o… nel latte e caffè.
Ne ho congelata una, ti farò sapere com'è dopo lo scongelamento... 

Morale: mai credere ai preconcetti. Quindi, a cavallo, a piedi o un bicicletta, se sei dalle parti di via Pezzotti, fai un “salto” da Caputo & Avitabile a prendere il pane, che anche se i cognomi fanno intravedere un pedigree non  proprio meneghino al 100%, la professionalità e la simpatia del servizio mi fanno dire che il PANIFICIO l’Antica Michetta, è 
il prestinè con la vera michetta meneghina

Provare per credere… 

Ps. Ricordo, ma non so se è vero, che una volta, se chiedevi del “pane comune” ed il panettiere l’aveva finito, era costretto a dartene un altro tipo, anche se più costoso, ma al prezzo del comune. Mi sbaglio? 
Oggi nelle “gioiellerie” in cui si sono trasformate certe panetterie, non credo proprio che sia ancora in uso questa… disposizione.

 

Sono rimasto un bambino, lo so! smile25 smile25 smile25 Grazie per avermi letto sino a qui. Un abbraccio elbor