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Settembre 2015
“Tu cosa dici che è?” – “Non lo so… sembra un pettine ma ha i denti coperti…” - “Un affare di elettronica?” – “Ma noooo cosa centra”. Non lo capivo e lo chiedevo a chi mostravo questo lavoro di papà. 

 

 

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Quando alla retrospettiva di gennaio, un visitatore mi chiedeva di raccontargli qualche particolare delle opere esposte, arrivati davanti al “cassetto della vecchia macchina per cucire… 

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- un elioborgonovo della serie 3D, periodo pre-canario,

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Mi diverte dirlo in questo modo “pomposo” proprio
perché so che papà l’ha creato giocando e divertendosi.  
Dai, concedimelo.

 

Spesso il visitatore restava stupito quando gli facevo notare che la grondaia è un ferro da maglia in legno, il secchio un ditale, il lavandino mezzo bottone, e la lampadina sul lavabo e  lo sfiato al lato della finestra del primo piano sono rispettivamente… un maschio di un piccolo bottone automatico e un bottoncino “cromato”. 

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E quando, lo stesso visitatore mi che deva:  e la ringhiera… cos’è in realtà? Non sapevo cosa rispondere e tanto meno i loro sforzi mi hanno fornito una risposta convincente e… coerente col tema: cucito ed affini, dato che il cassetto è di una vecchia macchina per cucire.

Ma gli artisti sono tali perché hanno una visione differente dalla nostra (di quelli che non sono artisti, intendo). 
E… che qualche giorno fa, il rebus è stato risolto. 

È passato da casa, per risolvere delle questioni relative alla collettiva, uno degli artisti partecipanti, e nel casino più totale che c’era (e c’è), gli ho mostrato alcune opere di papà che intendevo portare, tra queste… “il cassetto”. 
Ammirato e divertito dalle trovate di papà, ascoltava, annuendo, le mie spiegazioni, quando sono arrivato alla “ringhiera”, frettolosamente gli ho detto che per quell’oggetto non sapevo cosa fosse, e nessuno l’aveva capito.  
Raoul, il Cecchini, mi ha guardato come se fossi un marziano, sorridendo e con quel suo bell’accento romagnolo, che gli viene fuori quando dice qualcosa di “ovvio” m’ha detto: - ma non vedi che sono degli aghi, allineati e saldati in due piccole barrette a”U”… non lo vedi! Così sembra la ringhiera. Le vedi le crune… mia  madre faceva la sarta, lo so bene io… 

E io dico, certo, col DNA della madre, la sensibilità ai materiali ferrosi, acquisita negli anni con flessibili, piegatrici e saldatrici, e a la prospettiva con cui, evidentemente, guarda le cose, Raoul ha risolto il rebus.

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Dopo la sua spiegazione, non sono più riuscito nemmeno a ricordare le improbabili ipotesi che mi ero fatto sino a quel momento. Rebus risolto. 

elbor

Ps. Grande Raoul… 

Ps2. La miniatura del rebus, immagini e lettere non sono realmente gli indizi di un rebus, sono invece, molto più evidentemente, l’anagramma del nome… elbor

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