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Mes de Magg
 
Consultando la rete alla ricerca: frasi, citazioni, aforismi relativi a “parole” m’è uscito un sito con un’infinità di personaggi che hanno detto la loro relativamente alle “parole”.

 

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Tra i tanti… ne riporto solo alcuni: Buddha, Sigmund Freud, Isabel Allende, William Shakespeare, Carlo Levi, Gabriele D’Annunzio, Woody Allen, Gabriel García Márquez, Cesare Pavese oltre ad un… proverbio africano. ***

Anche Alessandro Manzoni* è presente, con un pensiero in italiano. Anche la Pinuccia Giorgetti ha detto la sua, con una bella poesia in dialetto milanese, intitolata “I paròll”.

A Sant’Ambroeus, ho registrato la lettura del Pierluigi Crola al pubblico intervenuto al C.A.M di Garibaldi (luogo a me diventato molto caro) ma il rimbombo in sala molto forte ed il risultato è improponibile.
Ieri, al disponibilissimo Pierluigi ho chiesto di rileggermela al telefono per registrarla ed offrirti una qualità migliore. Poi ho scritto alla Pinuccia per chiederle se voleva registrare, con l'aiuto di Chantal la sua lettura. Così ora ti posso offrire le due versioni, prima quella di Pinuccia ed in seguito quella del Pierluigi Crola.

Pinuccioa ha accompagnato l'invio del file così:

Ciao Ivo !
Miracolo della tecnica 😊😊😊
Ecco la poesia letta da me 😉
Un abbraccione
Pinuccia

 

 Legge Pinuccia Giorgetti


I paròll

di Giorgetti Giuseppina detta Pinuccia
Noisy-le-Sec (Francia)

Seconda classificata XXª edizione del Concorso
"Prima che vègna nòtt" - 2017

Gh’è di paròll che bisien
e gh’è di paròll che inciòden.
Gh’è di paròll che dann el moron
e che fann vegnì el magon.
Gh’è di paròll che fann dagn
anca dopo tanti ann.
Ma gh’è di paròll inscì bei
che i bravi mamm disen ai bagai.
Gh’è di paròll de zùccher,
– veri paròll, minga ciàccer –
Hinn quei paròll che se disen i moros
intant che spetten de diventà spos.
Gh’è di paròll bonn come i benis
hinn quei paròll che se disen i amis
Gh’è di paròll de simpatia
che metten pròppi tanta allegria !
Disemm anca numm di bei paròll,
paròll dolz come i bonbon
gh’è minga bisogn d’avè fà i scòll,
basta de vess di gent on pó bon !

 

 

La lettura di Pier Luigi Crola 

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Certo… sarebbe bello se la Pinuccia la registrasse, magari con l’aiuto magari di Chantal,
e mi inviasse un MP3. Potrei inserirlo prima della versione del Crola, inscì g’havaremm la
version feminil  de la poettessa  e quella machil del nòster Pierluigi

 Fatto! Miracolo della tecnica 😊😊😊😊😊😊

 

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Credo di aver conosciuto la Pinuccia Giorgetti alla fine di dicembre del 2015 o agli inizi del 2016. 

Avevo pubblicato un post che la classifica del Concorso "Prima che vègna nòtt" dell’edizione del 2015, e quella volta la Pinuccia si era classificata terza pari merito, per la categoria “Prosa” con “La torta”.
Per favore, ricordami di chiederglielo per pubblicarlo, così se lo vorrai potrai leggerlo, se non lo conosci già.


Mi aveva scritto una mail per chiedermi ad alcune informazioni relative alla sua opera in concorso, che ho “girato” al Giuseppe Frattini, il Presidente della Antica Credenza di Sant’Ambrogio**.

A partire da quel giorno, è nata con la Pinuccia una piacevolissima corrispondenza, io per e-mail, all’indirizzo della figlia Chantal, lei… a mano ed inviata per posta… tradizionale.
Oggi ho un contenitore apposito dedicato alle sue belle e colorate, colorite ed estrose lettere, (che comprendono anche dei collage) che ne contiene quasi un trenta, oltre ad un libretto manoscritto con molti suoi pensieri, poesie o traduzioni in dialetto milanese.
Da qualche tempo comunichiamo anche telefonicamente, una sorta di ciciarem on cicinin che comprende argomenti vari, cronaca, politica etc. Ultimamente, la Pinuccia si è dotata di un suo indirizzo di posta elettronica, dal quale sporadiche mi invia mail con addirittura documenti in allegato relativi alle chiacchierate telefoniche. 

Un’altra cosa che mi piace della Pinuccia, è che da subito ha accettato di partecipare a tutte le iniziative che le ho proposto, dalle richieste di offrirmi alcune sue poesie in dialetto milanese da pubblicare qui sul sito, all’acconsentire alla pubblicazione sul calendario “Pittura e Poesia de Milan in del Lunari 2017” (quello coi soli quadri di papà, per intenderci) alla partecipazione a L’AMBROSIN DE LEGN 2017.***

Il 7 dicembre dello scorso anno, al XX° concorso "Prima che vègna nòtt", la Pinuccia si è classificata 2ª con la sua poesia “I paròll”. Vivendo in Francia e credo per il legame di Amicizia che ci lega, mi ha chiesto di ritirare il premio per conto suo. Un onore che mi ha molto lusingato.

Ciao Pinuccia e GRAZIE per la tua Amicizia.

Se vedom… elbor – Ivo

 


Nulla è per caso: Sincronicità.

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Qui Umberto Faini consegna il premio e l’attestato. Io… che faccio sempre di testa mia (My way mi piace troppo, è una canzone che mi ispira) ho voluto portare una foto, per me spiritosa e bellissima, di Pinuccia perché tutti potessero farsi un’idea del bel Personaggio che è.

Un paio di giorni prima di Sant’Ambrogio, sono andato a trovare l’eclettico Umberto Faini nel suo studio. Era la prima volta, ed ho passato un piacevolissimo pomeriggio, chiacchierando con una persona pacata e profonda.
Mi ha mostrato ed illustrato alcuni suoi lavori (dipinti, disegni e stampe) che mi hanno permesso di intravedere un poco della sua arte, che da qualche anno è rivolta ad una raffinata ricerca cromatica, dipinta con un gusto e scrupolosa precisione.
Un importante quadro (per dimensioni) mi ha colpito molto. Precedente a questo periodo di ricerca “astratta”, raffigura un paesaggio primaverile che si fonde con la parete e lo stipite delle finestra che lo inquadra. Un effetto “escheriano” che disorienta lo spettatore che vi vuole vedere solo le conferme alla sua logica rappresentativa, mentre suggerisce un aspetto caratteriale di Umberto Faini, se ci si lascia accompagnare nelle sue prospettive impossibili.

Faini, non è solo un pittore, è anche un musicista, cantautore, e… scrittore. Quel giorno (Sant Ambroeus) proprio da questa sua peculiarità ho “rubato” un suo pensiero pubblicato nella prefazione del suo ultimo volume intitolato “in breve” - aforismi epigrammi battute riflessioni di Umberto Faini.
Un pensiero che condivido totalmente, che non sarei capace di esprimere meglio, così chiaramente e brevemente.
In verità Umberto mi ha dato il permesso di utilizzarlo quando ho manifestato il mio entusiasmo per la sua chiarezza letteraria e la mia incapacità ad eguagliarla. Il concetto in questione l’ho pubblicato in copertina di questo mese, (qui) ma credo che lo riproporrò per qualche tempo.

 


 Le parole secondo i famosi

Tratte dal sito: http://aforisticamente.com/2014/12/29/frasi-citazioni-e-aforismi-sulle-parole/

La ferita provocata da una parola non guarisce.
(Proverbio africano)

Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo.
(Buddha)

Le parole erano originariamente incantesimi, e la parola ha conservato ancora oggi molto del suo antico potere magico. Con le parole un uomo può rendere felice un altro o spingerlo alla disperazione, con le parole l’insegnante trasmette il suo sapere agli studenti, con le parole l’oratore trascina l’uditorio con sé e ne determina i giudizi e le decisioni. Le parole suscitano affetti e sono il mezzo generale con cui gli uomini si influenzano reciprocamente.
(Sigmund Freud)

Per le donne il miglior afrodisiaco sono le parole. Il punto “G” è nelle loro orecchie. Chi lo cerca più in basso sta sprecando il suo tempo.
(Isabel Allende)

– Polonio: Che cosa state leggendo, mio signore?
– Amleto: Parole, parole, parole.
(William Shakespeare)

Le parole sono pietre.
(Carlo Levi)

Le due parole che uno desidera di più sentirsi dire… Ti amo? Assolutamente no. E’ benigno.
(Woody Allen)

Le parole non vengono create dagli accademici nelle accademie bensì dalla gente per strada. Gli autori dei dizionari le catturano quasi sempre troppo tardi e le imbalsamano in ordine alfabetico, in molti casi quando non significano più ciò che intendevano gli autori.
(Gabriel García Márquez)

Nelle parole c’è qualcosa d’impudico.
(Cesare Pavese)

La parola è una cosa profonda, in cui per l’uomo d’intelletto son nascoste inesauribili ricchezze.
(Gabriele D’Annunzio)