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Novembre 2015
Dall’archivio di Maurizio, questa volta escono le vecchie cartoline, della zona che parte dalle Varesine, percorre il viale della Liberazione, sino all’incrocio con via Melchiorre Gioia. Superato il quale, prosegue in viale Luigi Sturzo, passa tra la attuale stazione di Porta Garibaldi e la recente piazza Gae Aulenti, per terminare all’inizio di via Giuseppe Ferrari. Una capatina  verso sud-ovest, in via Marco Polo angolo via Vespucci, completa l’area. Niente male vero? 

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Delle Varesine a P.ta Garibaldi

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Nella cartina le linee di colore fucsia, hanno lo scopo di indicare le aree relative alle inquadrature delle successive immagini, mentre i numeri ne facilitano il riconoscimento.
Ad ogni “cartolina” proposta, seguirà uno Screen Capturer (fotografia del monitor fatta col lo stesso computer) realizzato con Google Earth, approssimativamente della stessa area, questo per evidenziare la differenza avvenuta sul territorio. 

 

Area 1: piazza Gae Aulenti
A seguire, una veduta aerea che mostra molto bene, gli ampi spazi lasciati liberi delle Ferrovie, rimasti abbandonati ed in un crescente stato di degrado per lungo tempo. 
Nel 2009, hanno avuto inizio i lavori per la realizzazione dell’attuale Centro Direzionale di Milano, che ha ridisegnato il nuovo skyline di Milano, divenendo anche un nuovo punto di ritrovo molto frequentato non solo dai giovani milanesi. 
La famosa e futurista piazza rotonda, dedicata all’architetto Gae Aulenti, (una sua breve biografia la puoi leggere cliccando qui) è il nucleo e l’emblema di questo sostanziale cambiamento della nostra Città. 

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Area 7: piazza San Gioachimo
La foto che segue è degli anni ‘30, e sulla sinistra mostra l’entrata per i passeggeri della Stazione di Porta Nuova. L’autovettura ferma davanti all’entrata, ci conferma il periodo. Al centro, la chiesa di San Gioachimo e a destra, dietro al tram, tra i palazzi che formano  l’imbocco della attuale via Ferdinando di Savoia, poi, viale Tunisia.

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Area 6: viale della Liberazione 
Come detto, i treni diretti a Milano, provenienti da Novara, Gallarate e da Varese, terminavano nella Stazione di Porta Nuova. Nella foto che segue, si nota molto bene il fascio di binari che terminano al capolinea milanese. In quest’immagine, si può notare che il numero di autovetture ferme davanti all’entrata della stazione è cresciuto. Infatti siamo nei primi anni cinquanta, anni che già mostravano l’orientamento, in tema di traffico automobilistico, che avrebbe preso la nostra Città.
Rimasta in funzione per trent’anni, dal 1931 al ’61, venne sostituita dalla attuale Stazione Garibaldi, che però fu costruita in un’area leggermente più a ovest e più esternamente, rispetto la sua ubicazione.

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Area 5: via Melchiorre Gioia - viale Luigi Sturzo e viale della Liberazione 
Dal  1961 al 2009, i lavori di copertura del Naviglio Martesana, lungo tutta la via Melchiorre Gioia, hanno di fatto, tagliato a metà la zona. Questa situazione ha favorito il progressivo abbandono dell’area, dandole un aspetto di degrado e squallore, sinceramente sgradevole.
Nella foto che segue, il cantiere in via Melchiorre Gioia che incrocia viale della Liberazione nel 1959. Sulla destra in alto, si nota la sagoma del Pirellone, allora, ancora l’edificio che deteneva il primato di altezza, nella zona e nella città. 

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Nell'immagine che segue, il grattacielo Pirelli è nascosto dal nuovo edificio sorto all'angolo destro dell'incrocio tra via Melchiorre Gioia e viale della Liberazione. La freccia bianca vuole essere un riferimento che indica lo stesso grattacielo della foto scattata un... cinquantacinque anni prima.  

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Area 5 bis: via Melchiorre Gioia - viale Luigi Sturzo e viale della Liberazione
In questa foto aerea degli anni Ottanta, si nota l’incolonnamento al semaforo dell’incrocio tra via Melchiorre Gioia e viale della Liberazione. Si intravede, dopo la vasta area che verrà edificata negli anni a seguire, confusa nella foschia, il tetto piatto della Stazione di Porta Garibaldi.

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Area 4: via Vespucci angolo via Marco Polo
In questa foto del 1976, vediamo la via Vespucci all’angolo con via Marco Polo. Già allora si poteva notare quella che sarebbe stata la caratteristica e contraddizione che  si sarebbe andata a sviluppare in questa zona. Vecchie case di ringhiera che convivono con nuovi edifici del terziario.

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Area 2: viale della Liberazione angolo via Galileo Galilei 
Nell’immagine che segue, che ritrae l’incrocio di via Liberazione con via Melchiorre Gioia, nel 1980, vediamo in primo piano due ampi spazi, alternamente adoperati come magazzini o “provvisorie” discariche. 
Verso il fondo della foto, l’unica piacevole nota di colore. La ruota panoramica, del leggendario Luna Park, detto appunto… delle Varesine, dove migliaia di giovani hanno trascorso lunghi pomeriggi assolati o nebbiosi (era permanente) competendo a che stringe di più “le corna del toro” o chi fa fare più giri della morte al "missile" su rotaia, per poi terminare, corteggiando a colpi di “autoscontro” la ragazzina con la fascia bianca sui capelli lunghi scuri. Ricordi…

Non mi ricordo se tra le attrazioni c’erano delle Playstation 4 con joystick wifi di terza generazione…

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Area 3: antistante stazione Porta Garibaldi 
Per concludere, un’ultima bella foto che, se da una parte, potrebbe essere vista come l’apoteosi della nostalgia per quel periodo e le Varesine, dall’altra è la certezza della scomparsa di certe atroci condizioni di vita, a cui gli animali dei Circhi erano sottoposti… allora.
Sullo sfondo, leggermente offuscata dalla nebbietta (o dall’inquinamento) si vede la grande pensilina della Stazione Garibaldi e gli edifici che si affacciano sulla via Giuseppe Ferrari.

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Piaciuto... Grazie ancora alla zona delle ex-Varesine ed ai suoi abitanti. elbor

 

Precisazione 1. Io per primo affermo che… per parlare di un argomento bisogna conoscerlo bene, ed io, non mi trovo in questa condizione. Precisazione 2. Sia la scelta delle zone che i “confini” ad esse dati, vengono stabiliti in base al materiale in possesso. Precisazione 3. Le didascalie o le considerazioni fatte alle foto pubblicate, non sono da considerarsi delle lezioni di “Storia di Milano”, ma più semplicemente, uno stimolo per una serena conversazione o il pretesto per ricordare aneddoti o usanze milanesi. Precisazione 4. La difficoltà di interfacciarsi, sia tramite l’utilizzo delle nuove tecnologie, che… a volte, anche personalmente, con le ultime memorie storiche meneghine, non facilita il passaggio delle informazioni e la realizzazione di commenti più precisi. Precisazione 5. I commenti stimolati dalle foto, sono solo e semplicemente riflessioni personali, derivanti dalla sola osservazione delle immagini, e non (per ovvi motivi di età), per esperienze vissute in prima persona. 

Detto ciò, relativamente a questa zona, mi sento di poter esprimere la mia opinione affermando che dobbiamo essere propositivi, guardare avanti (senza dimenticare la storia, certo) ma credere nelle nuove prospettive e possibilità pensate dai giovani, per la nostra Città… del futuro. 

In questi ottant’anni circa, in tutta Milano ci sono stati stravolgimenti sostanziali: nuove strade, metropolitane, centri commerciali, edifici, agglomerati residenziali e aree industriali abbandonate e poi riconvertite. Questa zona, è passata per tutto questo, in più… lo “spostamento” di un terminale ferroviario, la copertura di un Naviglio, lo smantellamento di un Luna Park, (permanente) inclusa la sua ruota panoramica, la scomparsa dell’area destinata ai Circhi di passaggio, ( grandi o piccoli che fossero), la costruzione di un passante ferroviario sotterraneo, l’abbattimento di decine di vecchie case di ringhiera e non, ed i relativi trasferimenti forzati di cittadini e chiusure di attività. Roba da poco!

Uno sforzo ed un sacrificio enorme, fatto in nome di una scommessa che riguarda noi tutti: creare la nuova realtà direzionale della nostra Città, proiettata verso il futuro. 
Così, i palazzi dalle forme inusuali, totalmente  ricoperti di specchi, costeggiano i larghi viali a più corsie e piste ciclabili. I centoundici metri del primo Bosco Verticale meneghino, che dà sulla splendida piazza Gae Aulenti, del diametro di 100 metri, “rialzata” e base per la poderosa torre appuntita di 231 metri di altezza, che pare un razzo interplanetario, pronto al decollo verso nuovi orizzonti, sono i nuovi edifici che hanno cambiato lo skyline di Milano, assieme al suo futuro.

Grazie, abitanti della zona del nuovo Centro Direzionale di Milano.

elbor