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Mes de Settémber 2016  
Sono stato tradito, umiliato, deriso, sfruttato e persino derubato. Distrutto dal dolore ed offeso nell’onore, tutte le volte, le ho maledette, disprezzate, odiate… “sino alla morte”.

 

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In preda alla rabbia, le ho puntato contro l’arma della rivalsa, le ho maltrattate con l’indifferenza, le ho aggredite negandole l’aiuto, le ho persino trafitte con la lama della gelosia, ma, nemmeno quando ero solo con me stesso, a leccarmi le ferite, ho immaginato di poter fare violenza verso nessuna di quelle …

Certo, puntini puntini, perché è innegabile che rabbia e dolore fanno perdere il raziocinio. Ma mai, e poi mai, m’è venuto in mente di architettare una violenza ad una di loro. 
Perché? Orgogliosamente, dico perché sono un uomo. Un uomo normale: ignorante, ottuso,  stupido e infantile, insensibile e persino incapace… anche in quello, ma non un malato, uno stalker o un violento.

Nelle questioni d’amore, arrabbiarsi, rinfacciare e offendersi, fa parte come per qualunque litigio per questioni importanti della rabbia che scaturisce il litigio stesso, ma superare questa soglia, per sprofondare nella follia della violenza fisica, questo NO

Quante sono, ad oggi, le donne uccise per la violenza di un uomo… tradito, umiliato, deriso, sfruttato o persino derubato o semplicemente non voluto? 

N.d-r. Il sito corriere.it ha una pagina dedicata a questi orribili omicidi. Sommando le presenze in questa pagina, ho contatoi 82 omicidi ad oggi (26 Settembre 2016 Non è presente il nome di Giulia Ballestri, l'ultimo in ordine di tempo, secondo le indagini "probabile", avvenuto a Ravenna).  Vale comunque la pena visitarla. Sono allineate le foto di queste povere disgraziate con linkata una breve racconto della loro sfortuna. Circa una ogni tre giorni.

“Amate prima perché possedute, odiate poi perché libere.” 
È la frase con la quale inizia l’articolo che ho trovato su 27esimaora.corriere.it, a firma Salvo Manganaro, da due anni compagno di Micaela Masella, la donna morta, assieme ad una coppia di giovanissimi vicini di casa, a causa dell’esplosione avvenuta provocata dalla manomissione dei tubi del gas, del suo appartamento, da parte del padre delle due figlie (anch’esse gravemente ferite): il folle Giuseppe Pellicanò. 

Io, nanca quand saroo mòrt voglio avere vicino un essere di questa specie. 

Mentre, interessante e molto bravo è il Manganaro, del quale ti consiglio di leggere l’articolo e visitare il suo sito, (linkati) per renderti anche conto, dell’uomo della quale si era innamorata la Micaela Masella.

Ora lasciami fare un paio di riflessioni e porti due domande alle quali non riesco a rispondere.

I numeri lo dicono chiaramente che a perpetrare questa folle violenza è quasi esclusivamente il genere maschile nei confronti del femminile, e quasi unicamente quando... 

Di certo non è perché il maschio è meno traditore, più sensibile, più rispettoso o più “sottomesso”, da non far arrabbiare quasi mai la femmina.

Concorderai che al giorno d’oggi, una donna umiliata e furibonda, per le stesse ragioni che spingono un uomo di quel genere, a diventar violento, ha le stesse possibilità di procurarsi un’arma, o vendicarsi, di un uomo. Ma… non accade, o non con la medesima frequenza. Perché? 

Ed ora veniamo al “quasi unicamente” di più sopra. 
Si tratta sempre di questioni legate ad unioni amorose e/o relazioni amorose, che comprendono rapporti sessuali. Quasi unicamente… rapporti di tipo eterosessuale. 
Se si tratta di amore… e su questo punto immagino di trovarti d’accordo, il rapporto eterosessuale, omosessuale, lesbico o altro, allo stesso modo, tutti sono basati sul desiderio, sul bisogno, la volontà, sul sentimento di amore (reciproco). 
Bene, mi chiedo: perché la stragrande maggioranza dei casi, le violenze e le tragiche morti, avvengono tra individui che hanno un rapporto eterosessuale? Gli altri non amano?

E ancora, poco mi importa se alcuni  di questi assassini, nel tentativo di far rientrare la loro follia, negli “effetti collaterali” del sentimento amoroso, POI… si sono tolti la vita, alcune volte, portando con loro anche i figli. Dovevano ammazzassero prima di uccidere?

Senza conoscere a fondo i singoli casi di questi folli assassini (necessiterebbe schede personali - anagrafici – curriculum - indagini e rapporti sulle vite personali – etc.) potrebbe essere facile condividere alcune convinzioni popolari, anche se spesso si rivelano premonitorie. 

Sin tanto che i numeri non ci supportano nell’orientamento da prendere, ancora una volta sono convinto che solo l’educazione familiare e scolastica, unite alla presenza in tutti i quartieri, di centri a sostegno delle donne, siano le uniche precauzioni che… assieme all’allontanamento fisico e/o la denuncia, anche da parte di noi uomini, anche solo per conoscenza, di individui violenti nei confronti di donne, siano i provvedimenti, allo stato attuale, più efficaci per combattere questa degenerazione di quella parte del genere “maschile”, della quale mi vergogno e non voglio sia considerata parte del mio stesso genere.

 


 Fotoreportage

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 Questo è il "Muro delle bambole". L'istallazione artistica che si trova in via De Amicis per
non far dimenticare, nella quotidianità della nostra giornata, l'aumento spropositato
dei femminicidi nel nostro paese. Esiste anche un "muro delle bambole" in facebook.

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Mentre preparavo questo "racconto" mi sono soffermato a guardare i visi di queste donne
che non esistono più (sulla terra) e mi chiedevo quali cose hanno detto per meritarsi questa punizione?
cosa avranno fatto di così atroce per essere state "cancellate" dalla terra? 
Sono visi normali, comuni, sono i visi delle nostre colleghe, vicine di casa, zie o mamme e... figlie. Inconcepibile.

 


 

Ora vorrei proporti due link a due canzoni che parlano delle donne, che ascoltandole, mi hanno fatto capire quanto ancora non le abbia capite.
La Prima è "Donne" cantata da Mia Martini. È una canzone forte, perciò ho voluto posizionare il testo a fianco di quell’immagine che raffigura una lapide, contenente i nomi delle donne ricordate sul “Muro delle bambole” di via De Amicis.

Per ascoltarla clicca QUI. Ti si aprirà una NUOVA pagina, ma potrai tornare a questa continuando ad ascoltare Mia cantare ed accompagnare il testo della canzone. Potrai chiudere la pagina di Mia in seguito. 

 

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La seconda canzone è “Quello che le donne non dicono” cantata da Fiorella Mannoia. Alle parole di questa canzone, ho prestato attenzione, un giorno che sono passato dalla mia ex-moglie, per farmi aiutare a prenotare un biglietto aereo. In un momento di attesa, mentre il computer “lavorava” nel silenzio dell’attesa del responso, ha cominciato a suonare. Faceva parte della sua play list e l’ho ascoltata diversamente.

Per ascoltarla clicca QUI. Ti si aprirà una NUOVA pagina, ma potrai tornare a questa continuando ad ascoltare Fiorella cantare ed accompagnare il testo della canzone. Potrai chiudere la pagina di Fiorella in seguito. 

 

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 Fiorella Mannoia

Quello che le donne non dicono

di Pino Daniele, Francesco De Gregori

 

Ci fanno compagnia

certe lettere d'amore

parole che restano con noi

e non andiamo via

ma nascondiamo del dolore

che scivola

lo sentiremo poi

abbiamo troppa fantasia

e se diciamo una bugia

è una mancata verità

che prima o poi succederà

cambia il vento ma noi no

e se ci trasformiamo un po'

è per la voglia di piacere a chi c'è già o potrà arrivare

a stare con noi

siamo così

è difficile spiegare certe giornate amare

lascia stare, tanto ci potrai trovare qui

con le nostre notti bianche

ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "si".

In fretta vanno via

della giornate senza fine

silenzi che familiarità

e lasciano una scia le frasi da bambine

che tornano,

ma chi le ascolterà...

E dalle macchine per noi

i complimenti dei playboy

ma non li sentiamo più

se c'è chi non ce li fa più

cambia il vento ma noi no

e se ci confondiamo un po'

è per la voglia di capire chi non riesce più a parlare

ancora con noi.

Siamo così,

dolcemente complicate

sempre più emozionate, delicate

ma potrai trovarci ancora quì

nelle sere tempestose

portaci delle rose

nuove cose

e ti diremo ancora un altro "si"

è difficile spiegare

certe giornate amare, lascia stare,

tanto ci potrai trovare qui

con le nostre notti bianche

ma non saremo stanche neanche quando ti diremo ancora un altro "si".

 


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Ciao… Ivo

Milan - 26 de Settèmber 2016

 


 

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